lunedì 3 ottobre 2016

Venerdì 13: la colonna sonora

Venerdì 13 è un film horror del 1980. Viene diretto da Sean S. Cunningham e la colonna sonora è curata da Harry Manfredini, il quale ha lavorato per diversi sequel dell’omonima saga. Il maestro di Chicago ha studiato musica classica e composto musica jazz. Per quest’horror produce una musica articolata dall’andamento prevalentemente irregolare, che crea scontri tra i vari strumenti impiegati. Nei momenti in cui il ritmo è regolare riecheggiano delle sillabe che riprendono una battuta del testo e la loro presenza sostituisce quella del killer.


Le sequenze musicali
Nel film le sequenze musicali sono varie: violini sulla stessa corda, o su due note che si scambiano di continuo; e così pure i bassi; ottoni con note isolate; accordi riverberanti; note martellanti che si ripetono per brevi periodi, o anche queste riverberanti, che formano piccole melodie in ripetizione, al pianoforte; tastiere.

Tutti questi, o quasi, vengono utilizzati in due momenti differenti per andamento : in uno abbiamo sequenze semplici con ritmi lenti e di apparente tranquillità, ma che trasmettono ansia e tensione e preparano alle scene di sangue.

In un secondo vi è una rottura: un’atmosfera caotica, confusa, irrazionale, prende il sopravvento; i suoni ora si sentono, ora non si sentono, cercano di disorientare lo spettatore, portando l’attenzione da uno ad un altro. Il tutto mentre chi guarda ha gli occhi fissi sullo schermo; si crea un gioco casuale, ma che in realtà accentua il senso di tensione e di orrore della scena. I violini “impazziti”, che ripetono due note, innescano disegni rapidi e strappi che rimandano, senza nessuna finzione, all’Herrmann di Psyco. Il tributo evidente al film è inserito nel tema principale presente in apertura, il “tema di Jason”, “Overlay of  Evil” (copertura del cattivo). Il titolo descrive la funzione di questo brano, ma anche di altri : chi uccide (il cattivo) non compare e al suo posto c’è la musica, che copre come componente filmica.
Ecco il Main Theme

Nella colonna solo due brani hanno un carattere diverso: “Banjo Travellin'”, allegra e veloce esecuzione di banjo, alquanto ripetitiva, con una accompagnamento di percussioni; il tema finale, malinconico, all’inizio una lenta melodia al pianoforte con morbidi violini che poi si trasforma: abbandona i violini, acquista dei suoni distorti, probabilmente di una chitarra, e suoni di batteria, mantenendo il piano.


Il riverbero vocale
Harry Manfredini sceglie di far entrare in scena questo sottofondo (“Overlay of  Evil”) e molti altri per annunciare la vicinanza e sostituire la presenza dell’assassino. Non manca il riverbero vocale, anche se una o poche volte per tema.

C’è la musica: il killer spietato pronto all’atto omicida è nei pressi della vittima. La musica continua e si intensifica: la macchina da presa è di fronte alla vittima, solo due volte assume il punto di vista del killer (l’inquadratura è movimentata, oscilla, simula lo sguardo di qualcuno, e viene definita soggettiva), e l’omicidio si compie.

Prendiamo il riverbero vocale: due tipi di sillabe (“ch” e “ah”) ciascuno in due sequenze, di tre ripetizioni; nelle sequenze essi si mischiano tra loro, poiché uno viene prodotto prima della fine dell’altro. I due gruppi di suoni sono distinti tra loro, vi è uno stacco deciso.
L’effetto viene creato con la pronuncia ravvicinata al microfono di una persona, che viene poi riverberata: “ch ch ch”... “ah ah ah”. All’inizio si è pensato alle voci di un coro, ma ciò non conciliava con l’esigenza di un budget ristretto. Le sillabe riprendono la frase di una scena posta verso la fine del film, “kill her mum”, precisamente “kill” e “mum”, e vengono ammorbidite.

 Si pensa anche che le sillabe pronunciate siano “ki ki ki”... “ma ma ma”, che corrispondono a vere sillabe della frase, ma il suono non sarebbe stato addolcito in questo caso. Questo per dare più senso alla loro derivazione. Ma se ascoltiamo bene ci possiamo rendere conto che è la prima versione a rispecchiare quello che si sente.

Alla fine dei primi 37 s del Main Theme si sente il riverbero.
La frase viene detta dalla signora Voorhees. È come se fosse un incitamento all’omicidio per Mrs. Voorhees (l’assassino). Essa immagina le parole che il povero Jason, suo figlio, morto anni prima, le stia dicendo, motivandosi ancora di più nello sterminio di coloro che mettono piede nel campo, già mossa dall’idea di cercare vendetta. Nessuno controllava il piccolo mentre faceva il bagno. Una coppia aveva un rapporto in riva al lago e la madre stava nelle cucine. Nessuno lo sentiva gridare e lui moriva.





La colonna sonora è una parte fondamentale in questo film per ricreare un’idea di ansia e paura. Tutti i film horror dovrebbero produrre suggestioni con la musica: alcuni ci riescono altri no; alcuni sono efficaci per musica e inquadrature, altri solo per le seconde. E in Venerdì 13 la musica è un capolavoro.




Saluti dal buon Harry,
il compositore