
Le
sequenze musicali
Nel film le sequenze musicali sono varie: violini
sulla stessa corda, o su due note che si scambiano di continuo; e così pure i
bassi; ottoni con note isolate; accordi riverberanti; note martellanti che si
ripetono per brevi periodi, o anche queste riverberanti, che formano piccole
melodie in ripetizione, al pianoforte; tastiere.
Tutti questi, o quasi, vengono utilizzati in due
momenti differenti per andamento : in uno abbiamo sequenze semplici con ritmi
lenti e di apparente tranquillità, ma che trasmettono ansia e tensione e
preparano alle scene di sangue.
Un esempio: Alice Goes to the Lake
In un secondo vi è una rottura: un’atmosfera
caotica, confusa, irrazionale, prende il sopravvento; i suoni ora si sentono,
ora non si sentono, cercano di disorientare lo spettatore, portando
l’attenzione da uno ad un altro. Il tutto mentre chi guarda ha gli occhi fissi
sullo schermo; si crea un gioco casuale, ma che in realtà accentua il senso di
tensione e di orrore della scena. I violini “impazziti”, che ripetono due note, innescano disegni rapidi e strappi che rimandano, senza nessuna finzione, all’Herrmann di Psyco. Il tributo evidente al film è inserito nel tema principale presente in apertura, il “tema di Jason”, “Overlay of Evil” (copertura del cattivo). Il titolo descrive la funzione di questo brano, ma anche di altri : chi uccide (il cattivo) non compare e al suo posto c’è la musica, che copre come componente filmica.
Ecco il Main Theme
Nella colonna solo due brani hanno un carattere diverso:
“Banjo Travellin'”, allegra e veloce esecuzione di banjo, alquanto ripetitiva,
con una accompagnamento di percussioni; il tema finale, malinconico, all’inizio
una lenta melodia al pianoforte con morbidi violini che poi si trasforma:
abbandona i violini, acquista dei suoni distorti, probabilmente di una chitarra,
e suoni di batteria, mantenendo il piano.
Il
riverbero vocale
Harry Manfredini sceglie di far entrare in scena
questo sottofondo (“Overlay of Evil”) e
molti altri per annunciare la vicinanza e sostituire la presenza dell’assassino.
Non manca il riverbero vocale, anche se una o poche volte per tema.
C’è la musica: il killer spietato pronto all’atto
omicida è nei pressi della vittima. La musica continua e si intensifica: la macchina
da presa è di fronte alla vittima, solo due volte assume il punto di vista del
killer (l’inquadratura è movimentata, oscilla, simula lo sguardo di qualcuno, e
viene definita soggettiva), e l’omicidio si compie.
Prendiamo il riverbero vocale: due tipi di sillabe
(“ch” e “ah”) ciascuno in due sequenze, di tre ripetizioni; nelle sequenze essi
si mischiano tra loro, poiché uno viene prodotto prima della fine dell’altro. I
due gruppi di suoni sono distinti tra loro, vi è uno stacco deciso.
L’effetto viene
creato con la pronuncia ravvicinata al microfono di una persona, che viene poi
riverberata: “ch ch ch”... “ah ah ah”. All’inizio si è pensato alle voci di un
coro, ma ciò non conciliava con l’esigenza di un budget ristretto. Le sillabe
riprendono la frase di una scena posta verso la fine del film, “kill her mum”,
precisamente “kill” e “mum”, e vengono ammorbidite.
Si pensa
anche che le sillabe pronunciate siano “ki ki ki”... “ma ma ma”, che
corrispondono a vere sillabe della frase, ma il suono non sarebbe stato
addolcito in questo caso. Questo per dare più senso alla loro derivazione. Ma
se ascoltiamo bene ci possiamo rendere conto che è la prima versione a
rispecchiare quello che si sente.
Alla fine dei primi 37 s del Main Theme si sente il riverbero.
La frase viene detta dalla signora Voorhees. È come
se fosse un incitamento all’omicidio per Mrs. Voorhees (l’assassino). Essa
immagina le parole che il povero Jason, suo figlio, morto anni prima, le stia
dicendo, motivandosi ancora di più nello sterminio di coloro che mettono piede
nel campo, già mossa dall’idea di cercare vendetta. Nessuno controllava il
piccolo mentre faceva il bagno. Una coppia aveva un rapporto in riva al lago e
la madre stava nelle cucine. Nessuno lo sentiva gridare e lui moriva.
La colonna sonora è una parte fondamentale in questo
film per ricreare un’idea di ansia e paura. Tutti i film horror dovrebbero produrre
suggestioni con la musica: alcuni ci riescono altri no; alcuni sono efficaci
per musica e inquadrature, altri solo per le seconde. E in Venerdì 13 la musica
è un capolavoro.
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Saluti dal buon Harry, il compositore |
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