Si prenderà il nostro cervello e ne farà carne
nuova. È una cancro che non si vede, ma non meno letale degli altri. Il potere persuasivo
della televisione va oltre quello che ci aspettiamo, perché ha piena libertà se
non siamo consapevoli nell’uso del medium.
Questo potere è portato all’estremo
in Videodrome, un film horror del 1983 scritto e diretto da David Cronenberg.
La
degenerazione del medium
Se la televisione esiste, essa può veicolare ogni
messaggio, poiché la comunicazione è libera e ha tante forme. Ne deriva che
questo mezzo può diffondere programmi di ogni tipo. I fornitori di contenuti
(gli editori) possono scegliere cosa trasmettere, e devono attrarre il
consumatore aumentando il suo interesse verso lo schermo. Loro controllano
quello che guardiamo e danno allo spettatore quello che vuole. Ma spesso lo
spettatore vuole violenza e scene a sfondo erotico, che soddisfano i suoi
istinti e scaricano la tensione della quotidianità. Questi temi sono richiesti.
Come? Soffermandosi sui canali, passando tempo sulle trasmissioni, e le cifre
dell’ascolto salgono. Le persone si divertono, ma il piacere dell’irrazionale
genera una sensibilità diversa e una ricerca dell’imitazione e di contenuti di
quel tipo (sempre più intensi). Nessuno dice che debbano mancare scene forti in
TV (che a volte producono più significato in un film, serie TV, altri
prodotti), ma tutti dobbiamo essere consapevoli di un limite oltre il quale
guardare fa male, è pericoloso, e ci cambia. La degenerazione del medium sta nella
sua possibilità di emulare la realtà in diversi suoi aspetti e dunque anche nel
male. Noi abbiamo il telecomando : cambiamo!

Videodrome descrive la situazione di Max Renn, il
proprietario di una rete (la Civic TV, canale 83) che cerca un prodotto con una
maggiore componente violenta e sessuale per aumentare gli ascolti. La libertà
del suo ruolo di venditore lo porta ad un livello di contenuti più forti
(torture e omicidi), quelli offerti da Videodrome. A lui interessano e possono
interessare al pubblico. Ma la troppa libertà si rivela un arma contro di lui :
è il primo fruitore e le trasmissioni manipolano la sua mente fino ad
ucciderlo.
Il
medium è il messaggio
Lo slogan “il medium è il messaggio” è una frase
associata al sociologo canadese Marshall Mcluhan (1911-1980). Secondo lui ogni
mezzo di comunicazione, ogni canale, ha delle caratteristiche strutturali che
modificano il modo in cui viene recepito il messaggio, influenzando l’utente
nei comportamenti e nei modi di pensare. Il messaggio ha un suo contenuto e
comunica, ma anche il canale comunica, ha una sua funzione : non è neutrale e
manipola il messaggio vero e proprio del medium. Prendiamo la televisione. Se
il canale permette soltanto il passaggio del messaggio dalla fonte (stazione
televisiva) al ricevente, il ricevente sta fermo e ascolta e basta, può essere inchiodato
in una stasi fisica e psicologica, e passivo.



In Videodrome il canale opera attraverso il segnale
di onde elettromagnetiche che attaccano il cervello e provocano
un tumore : questo annebbia la mente e causa allucinazioni. La realtà è
alterata : il messaggio diventa materia vivente, ambientazioni, corpi informi o
definiti che escono dallo schermo. Max si ritrova nei luoghi di Videodrome e
subisce mutazioni fisiche : la sua pancia si apre rendendo visibile il suo
intestino e la sua mano (alla fine) è unita alla pistola in una nuova carne. Dalla
prima visione si presentano questi effetti. Se uno è vittima una volta lo sarà
per sempre, se non fa qualcosa, e la continua visione del canale amplifica i
danni. Se si espone la mente a continui attacchi lo stato fisico viene
accentuato. Riguardo questo film parliamo di conseguenze prima psicologiche e
poi fisiche. “Prima controlla la vostra mente, poi distrugge il vostro corpo”
(frase della locandina del film).
Il personaggio del professor Brian O’Blivion (il
cognome dice tutto, dimentica!), il quale conduce il programma Videodrome, è
costruito sulla base dello slogan di McLuhan. Il suo pensiero lo porta ad
affermare che ormai noi guardiamo attraverso la televisione, che diviene il
nostro occhio: la televisione influenza la percezione della realtà e crea un’esperienza
distorta. Le sue parole:
“La lotta per il possesso
delle menti, in America, dovrà essere combattuta in una videoarena, col Videodrome. Lo schermo televisivo, ormai, è il vero unico occhio dell'uomo. Ne consegue che lo
schermo televisivo fa ormai parte della struttura fisica del cervello umano. Ne
consegue che quello che appare sul nostro schermo televisivo emerge come una
cruda esperienza per noi che guardiamo. Ne consegue che la televisione è la
realtà e che la realtà è meno della televisione.”
L’immediatezza
La televisione può condizionare la nostra mente e
accentuare gli istinti, modificando la percezione del reale, la quale è essa
stessa il reale. Quando questo mezzo si avvicina all’idea di invisibile,
trasparente, si fonde con la realtà creando una maggiore compartecipazione dello
spettatore e rispettando la logica dell’immediatezza.
Il potere della televisione in Videodrome produce
allucinazioni che spingono chi ne soffre ad un’immersione in un mondo che è proiezione
della nostra mente. Le immagini del segnale vivono nella mente delle persone e
sono percezione di una falsa realtà.
La realtà immersiva : l’immagine televisiva
La televisione è immagini in movimento e rappresenta
un flusso continuo di informazioni unidirezionali che possono portare alla
passività dello spettatore.
Il segnale televisivo inoltre ricopre lo spazio di
un rettangolo in tutto lo schermo e ci permette una visione completa e grande
delle immagini (hanno un’ampiezza che si estende fino alla cornice del
televisore). Ciò favorisce l’aspetto immersivo del medium : più l’immagine è
grande, meno possibilità abbiamo di incrociare lo sguardo con altri oggetti del
luogo in cui siamo, che invece fanno parte della realtà e non sono rimediazione
(al cinema l’esperienza è ancora maggiore). Di certo noi possiamo allontanarci
dallo schermo ed evitare tutto questo (e prevenire la stanchezza degli occhi),
ma ci sono momenti in cui ciò non succede e riceviamo gli effetti del medium. Il
carattere immersivo è dato poi dalla presenza di un solo rettangolo di
immagini. Così l’ipertestualità della televisione (immagini, scritte, varie
rappresentazioni) è un’unica composizione. Mezzi come internet sono differenti: troviamo tanti riquadri per ogni funzione, barre di strumenti, titoli la cui
presenza divide la nostra attenzione e non ci permette di essere catturati da
una sola funzione. La televisione ha un solo riquadro.
Cronenberg ci affida un’opera visionaria che parla
di possibili sviluppi futuri della nostra società. Non vivremo forse quello che
si vede nel film, ma possiamo essere in pericolo se non riusciamo a controllare
la presenza della televisione nella nostra vita. La televisione nasce per unire
e istruire, ma nelle mani sbagliate crea disordini, e la cattiva televisione
esiste in forme minori. In ogni caso dobbiamo essere noi a prendere il giusto
da ogni cosa e imparare ad essere padroni di noi stessi.
Stiamo attenti!
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David Cronenberg con alle spalle
una scena di Scanners
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