domenica 3 luglio 2016

Un pericolo tecnologico : Videodrome

Si prenderà il nostro cervello e ne farà carne nuova. È una cancro che non si vede, ma non meno letale degli altri. Il potere persuasivo della televisione va oltre quello che ci aspettiamo, perché ha piena libertà se non siamo consapevoli nell’uso del medium. 
Questo potere è portato all’estremo in Videodrome, un film horror del 1983 scritto e diretto da David Cronenberg.




La degenerazione del medium
Se la televisione esiste, essa può veicolare ogni messaggio, poiché la comunicazione è libera e ha tante forme. Ne deriva che questo mezzo può diffondere programmi di ogni tipo. I fornitori di contenuti (gli editori) possono scegliere cosa trasmettere, e devono attrarre il consumatore aumentando il suo interesse verso lo schermo. Loro controllano quello che guardiamo e danno allo spettatore quello che vuole. Ma spesso lo spettatore vuole violenza e scene a sfondo erotico, che soddisfano i suoi istinti e scaricano la tensione della quotidianità. Questi temi sono richiesti. Come? Soffermandosi sui canali, passando tempo sulle trasmissioni, e le cifre dell’ascolto salgono. Le persone si divertono, ma il piacere dell’irrazionale genera una sensibilità diversa e una ricerca dell’imitazione e di contenuti di quel tipo (sempre più intensi). Nessuno dice che debbano mancare scene forti in TV (che a volte producono più significato in un film, serie TV, altri prodotti), ma tutti dobbiamo essere consapevoli di un limite oltre il quale guardare fa male, è pericoloso, e ci cambia. La degenerazione del medium sta nella sua possibilità di emulare la realtà in diversi suoi aspetti e dunque anche nel male. Noi abbiamo il telecomando : cambiamo!




Videodrome descrive la situazione di Max Renn, il proprietario di una rete (la Civic TV, canale 83) che cerca un prodotto con una maggiore componente violenta e sessuale per aumentare gli ascolti. La libertà del suo ruolo di venditore lo porta ad un livello di contenuti più forti (torture e omicidi), quelli offerti da Videodrome. A lui interessano e possono interessare al pubblico. Ma la troppa libertà si rivela un arma contro di lui : è il primo fruitore e le trasmissioni manipolano la sua mente fino ad ucciderlo.


Il medium è il messaggio
Lo slogan “il medium è il messaggio” è una frase associata al sociologo canadese Marshall Mcluhan (1911-1980). Secondo lui ogni mezzo di comunicazione, ogni canale, ha delle caratteristiche strutturali che modificano il modo in cui viene recepito il messaggio, influenzando l’utente nei comportamenti e nei modi di pensare. Il messaggio ha un suo contenuto e comunica, ma anche il canale comunica, ha una sua funzione : non è neutrale e manipola il messaggio vero e proprio del medium. Prendiamo la televisione. Se il canale permette soltanto il passaggio del messaggio dalla fonte (stazione televisiva) al ricevente, il ricevente sta fermo e ascolta e basta, può essere inchiodato in una stasi fisica e psicologica, e passivo.







                                                   


In Videodrome il canale opera attraverso il segnale di onde elettromagnetiche che attaccano il cervello e provocano un tumore : questo annebbia la mente e causa allucinazioni. La realtà è alterata : il messaggio diventa materia vivente, ambientazioni, corpi informi o definiti che escono dallo schermo. Max si ritrova nei luoghi di Videodrome e subisce mutazioni fisiche : la sua pancia si apre rendendo visibile il suo intestino e la sua mano (alla fine) è unita alla pistola in una nuova carne. Dalla prima visione si presentano questi effetti. Se uno è vittima una volta lo sarà per sempre, se non fa qualcosa, e la continua visione del canale amplifica i danni. Se si espone la mente a continui attacchi lo stato fisico viene accentuato. Riguardo questo film parliamo di conseguenze prima psicologiche e poi fisiche. “Prima controlla la vostra mente, poi distrugge il vostro corpo” (frase della locandina del film).
Il personaggio del professor Brian O’Blivion (il cognome dice tutto, dimentica!), il quale conduce il programma Videodrome, è costruito sulla base dello slogan di McLuhan. Il suo pensiero lo porta ad affermare che ormai noi guardiamo attraverso la televisione, che diviene il nostro occhio: la televisione influenza la percezione della realtà e crea un’esperienza distorta. Le sue parole:

La lotta per il possesso delle menti, in America, dovrà essere combattuta in una videoarena, col Videodrome. Lo schermo televisivo, ormai, è il vero unico occhio dell'uomo. Ne consegue che lo schermo televisivo fa ormai parte della struttura fisica del cervello umano. Ne consegue che quello che appare sul nostro schermo televisivo emerge come una cruda esperienza per noi che guardiamo. Ne consegue che la televisione è la realtà e che la realtà è meno della televisione.”



L’immediatezza
La televisione può condizionare la nostra mente e accentuare gli istinti, modificando la percezione del reale, la quale è essa stessa il reale. Quando questo mezzo si avvicina all’idea di invisibile, trasparente, si fonde con la realtà creando una maggiore compartecipazione dello spettatore e rispettando la logica dell’immediatezza.
Il potere della televisione in Videodrome produce allucinazioni che spingono chi ne soffre ad un’immersione in un mondo che è proiezione della nostra mente. Le immagini del segnale vivono nella mente delle persone e sono percezione di una falsa realtà.




La realtà immersiva : l’immagine televisiva
La televisione è immagini in movimento e rappresenta un flusso continuo di informazioni unidirezionali che possono portare alla passività dello spettatore.

Il segnale televisivo inoltre ricopre lo spazio di un rettangolo in tutto lo schermo e ci permette una visione completa e grande delle immagini (hanno un’ampiezza che si estende fino alla cornice del televisore). Ciò favorisce l’aspetto immersivo del medium : più l’immagine è grande, meno possibilità abbiamo di incrociare lo sguardo con altri oggetti del luogo in cui siamo, che invece fanno parte della realtà e non sono rimediazione (al cinema l’esperienza è ancora maggiore). Di certo noi possiamo allontanarci dallo schermo ed evitare tutto questo (e prevenire la stanchezza degli occhi), ma ci sono momenti in cui ciò non succede e riceviamo gli effetti del medium. Il carattere immersivo è dato poi dalla presenza di un solo rettangolo di immagini. Così l’ipertestualità della televisione (immagini, scritte, varie rappresentazioni) è un’unica composizione. Mezzi come internet sono differenti: troviamo tanti riquadri per ogni funzione, barre di strumenti, titoli la cui presenza divide la nostra attenzione e non ci permette di essere catturati da una sola funzione. La televisione ha un solo riquadro.


Cronenberg ci affida un’opera visionaria che parla di possibili sviluppi futuri della nostra società. Non vivremo forse quello che si vede nel film, ma possiamo essere in pericolo se non riusciamo a controllare la presenza della televisione nella nostra vita. La televisione nasce per unire e istruire, ma nelle mani sbagliate crea disordini, e la cattiva televisione esiste in forme minori. In ogni caso dobbiamo essere noi a prendere il giusto da ogni cosa e imparare ad essere padroni di noi stessi.

Stiamo attenti!                                                                              
David Cronenberg con alle spalle
una scena di Scanners

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